I tre personaggi di A porte chiuse (riuniti in una stanza per l’eternità, poiché sono già morti) sono condannati per sempre a giudicarsi e ad essere giudicati, essendo ciascuno prigioniero della coscienza dell’altro. In questo “inferno”, infatti, le torture che i tre subiscono non richiedono né personale specializzato, né alcuno degli strumenti classici utilizzati dai carnefici: basta un luogo chiuso e la condanna ad essere lasciati senza fine a subire la presenza gli uni degli ‘altri’.
Lo spettacolo si avvale infine di un inedito lavoro di revisione drammaturgica sul testo a opera di Paolo Bignamini, che mira a svelare una bruciante contemporaneità nascosta sotto la parola sartriana.
di Jean Paul Sartre
traduzione Massimo Bontempelli
regia Virginio Liberti
con Annig Raimondi, Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini
voce del Cameriere Antonio Rosti
dramaturg Paolo Bignamini
disegno luci Fulvio Michelazzi
Via Ulisse Dini, 7
20142 - Milano
Informazioni 02 36503740