Uno sguardo estraneo è un dispositivo performativo, il cui obiettivo è mettere a fuoco il rapporto che si ha con la percezione del tempo, il suo legame col concetto di felicità e la relazione esistente tra l’uomo e gli oggetti con i quali condivide la propria quotidianità.
Nella storia, il cambiamento di pensiero sul tempo ha sempre determinato una trasformazione del rapporto con il reale e così di conseguenza la concezione della felicità ha subito anch’essa uno slittamento. Oggi, la nostra società è caratterizzata da una frenesia che esercita pressione quotidianamente e ciò ha modificato la percezione della vita.
La frenesia del fare genera nevrosi, che si riflettono direttamente nella quotidianità, manifestandosi in mille forme diverse, che hanno come comune denominatore il rapporto con il tempo. Nel tentativo di controllare i propri schemi nevrotici, l’identità tende sempre di più a frammentarsi: la sensazione è quella di uscire da sé e di essere estranei a se stessi.
La scrittura di Herta Müller è il pretesto usato per approfondire questa tematica.
regia Paolo Costantini
con Evelina Rosselli, Rebecca Sisti
drammaturgia Linda Dalisi
elementi scenici Giuseppe Stellato
supervisione al disegno sonoro Franco Visioli
disegno sonoro Riccardo Marsili
luci Fabio Bozzetta
costumi Graziella Pepe
interaction design Andrea Spontoni
supervisione progetto artistico Antonio Latella
Uno sguardo estraneo è progetto vincitore della Biennale College Teatro – Registi Under 30 2020/2021
Foto Andrea Avezzù - courtesy La Biennale di Venezia
Via Gaudenzio Ferrari, 11
20123 -Milano
Informazioni: 02 8323156, 366 3700770